Cos’è la profondità di campo? È uno dei tanti strumenti creativi che disponiamo per il controllo dell’immagine.
Questo parametro ci permette di definire e controllare quelle che sono le zone a fuoco e non a fuoco dell’immagine, ci permette di veicolare l’attenzione dello spettatore nella scena, creando immagini suggestive.
In questo articolo daremo una definizione su che cos’è la profondità di campo, come si gestisce e che usi se ne possono fare.
Cos’è la profondità di campo
La profondità di campo è lo spazio nitido posto davanti e dietro il punto di messa a fuoco; determina l’area della scena in cui gli oggetti appaiono sufficientemente nitidi.
Quando si sceglie un punto di messa a fuoco, occorre tenere a mente la così detta “regola della profondità di campo”, per la quale, un terzo della profondità si situa davanti al soggetto focalizzato e due terzi dietro di esso.
Avendo chiaro cos’è, ora dobbiamo chiederci: come funziona effettivamente la profondità di campo?
Per capirlo, come prima cosa, dobbiamo saper gestire quelle che sono le sue variabili.
Gestione ed uso della profondità di campo
La profondità di campo viene determinata da 3 fattori: il diaframma, la lunghezza focale e la distanza dal soggetto.
Ognuno di questi ha le proprie caratteristiche, vediamole nel dettaglio.
Profondità di campo e diaframma
È bene ricordare che, il diaframma è quel foro di dimensioni variabili, all’interno dell’obiettivo, che regola l’entrata della luce in macchina.
La gestione ed il controllo dell’apertura del diaframma permette di scegliere anche la quantità di spazio a fuoco nella scena:
- Più piccola è l’apertura del diaframma, maggiore è la profondità di campo
- Pià grande è l’apertura del diaframma, minore è la profondità di campo
Vi capiterà di sentire anche che:
- Un diaframma aperto determina una minore profondità di campo
- Un diaframma chiuso determina una maggiore profondità di campo
In entrambi i casi il concetto rimane lo stesso; di seguito una tabella esemplificativa.
Ciò che va a determinare l’apertura o la chiusura del diaframma è l’unità di misura F o T stop (se volete scoprire nel dettaglio la differenza tra le due cliccate qui per l’articolo).
In breve, un numero piccolo, come T/1.4, determina l’apertura del diaframma, viceversa, un numero più grande, come T/22, determina la chiusura del diaframma.
Profondità di campo e lunghezza focale
Il rapporto che lega profondità di campo e lunghezza focale è di estrema importanza:
- Maggiore è la lunghezza focale dell’obiettivo, minore è la profondità di campo
- Minore è la lunghezza focale dell’obiettivo, maggiore è la profondità di campo
Vi capiterà di sentire anche che:
- un obiettivo a focale lunga, avrà una profondità di campo ridotta.
- un obiettivo a focale corta avrà una profondità di campo ampia.
Anche qui, in entrambi i casi, il concetto rimane lo stesso.
Per capire più nel dettaglio cos’è la lunghezza focale, cliccate qui per andare all’articolo.
Profondità di campo e distanza dal soggetto
L’ultimo fattore determinante nella profondità di campo è la distanza della macchina da presa dal soggetto:
- Più il soggetto a fuoco è distante dalla mdp, maggiore è la profondità di campo
- Più il soggetto a fuoco è vicino alla mdp, minore è la profondità di campo
Il posizionamento della mdp rispetto al soggetto (punto macchina) è una scelta molto importante perché allontanandosi/avvicinandosi a quest’ultimo, cambierà la sensazione visiva (percezione) di tutto ciò che sarà in scena e, quindi, dell’immagine finale.
Riassunto finale
Tutte queste variabili lavorano e devono lavorare insieme.
Combinate tra di loro creano il risultato finale agli occhi del pubblico.
Ciò ci consente di suscitare diverse emozioni nello spettatore. Alcune di queste includono, solitudine, paura, dubbio, bellezza, sensi intensificati ed estremizzati, rabbia…
Un esempio, possiamo combinare un’apertura piccola del diaframma, con un obiettivo a lunghezza focale corta stando però molto vicini al soggetto ripreso, quest’immagine sarà sicuramente di grande impatto agli occhi dello spettatore, suscitando e creando in lui determinate sensazioni ed emozioni.
Di seguito alcuni esempi creativi.
E voi come gestite la profondità di campo? Che usi creativi ne fate? Che rapporto avete con la profondità di campo e le sue variabili?
Scrivetelo nei commenti e condividete il post se vi è piaciuto!